giovedì 7 maggio 2009

LE RAGIONI DEL NOSTRO "NO"

Perché dire no all’energia nucleare…

L’Italia soddisfa già il proprio fabbisogno di energia elettrica, producendone quasi il doppio.
È conveniente comprare energia elettrica da nucleare all’estero (Francia, Svizzera, Slovenia) soltanto perché questa non è accumulabile: le centrali nucleari funzionano in continuazione e di notte, quando la richiesta di energia elettrica cala, alle compagnie elettriche conviene vendere l’energia elettrica prodotta col nucleare a prezzi stracciati piuttosto che non venderla affatto!

L’uranio, elemento necessario per far funzionare le centrali nucleari, non è una risorsa rinnovabile, pertanto è destinata ad esaurirsi; inoltre negli ultimi anni ha subìto un aumento di costo dell’800%.
I pochi paesi grandi produttori di uranio possono imporre il prezzo di mercato. Così, come per il petrolio, i paesi non produttori sono soggetti a subire i prezzi dei paesi produttori.
I principali produttori di uranio sono l’Australia (28% delle riserve del pianeta), il Kazakhistan (18%), il Canada (12%), poi Namibia (6%), Russia e Uzbekistan(4%), Stati Uniti (3%) e Niger (2%). Pertanto, puntando sull’energia nucleare, l’Italia non otterrebbe la tanto conclamata indipendenza dagli stati esteri.

Per costruire una centrale nucleare e metterla in funzione si stimano tempi di 10-15 anni (e ricordiamoci che siamo in Italia…).

Le centrali nucleari di terza generazione altro non sono che centrali nucleari di seconda generazione (per intenderci, tipo Chernobyl) con poche modifiche. Le centrali nucleari di quarta generazione, invece, ancora non esistono.

Durante il processo di fissione viene emessa radioattività ad alta intensità, dannosa in quanto cancerogena: i danni alle persone e all’ambiente dovuti al solo fatto che una centrale nucleare funzioni (rischi accettabili) non sono nemmeno classificati tra i possibili pericoli (per esempio fuoriuscite di sostanze radioattive, contaminazione delle acque di raffreddamento, esplosioni) che le centrali comportano.
Nessun paese al mondo inoltre è giunto ad una soluzione definitiva sullo stoccaggio delle scorie radioattive.

…tantomeno a San Benedetto Po.

I paesi e gli abitanti che si trovano nelle vicinanze di una centrale nucleare dovranno fare i conti con problematiche, oltre che di salute e sicurezza, anche economiche: il prezzo delle abitazioni e dei terreni (sia agricoli che edificabili) calerebbe drasticamente, così come calerebbe il prezzo di tutti i prodotti agricoli e d’allevamento che rappresentano un punto di forza dell’economia di San Benedetto Po.

Infine sarebbe un controsenso intraprendere la strada del nucleare a San Benedetto Po dopo aver avviato serie scelte di rivalutazione del territorio a livello culturale e artistico: tutto ciò che è stato creato fino ad ora risulterebbe inutile, poiché nessun turista si riavvicinerebbe al nostro paese sapendo che a pochi chilometri si trova una centrale nucleare.

Comitato Anti Centrale Nucleare e per le Energie Rinnovabili

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