venerdì 3 aprile 2009

INTERVENTO SULLE ENERGIE RINNOVABILI

Da quando in Italia è stata liberalizzata la produzione di energia elettrica, la nostra capacità produttiva è sempre più aumentata fino a raggiungere la soglia dei 90.000 Megawatt, di fronte ad una domanda di consumi che oscilla tra i 40 e i 50.000 Megawatt, ossia più o meno la metà dell’offerta.
Tutta questa capacità produttiva non può che portare a proporre un modello di sviluppo basato su un continuo aumento dei consumi senza tener conto dei problemi ambientali che questo comporta.
In un mondo dalle risorse limitate, inoltre, lo spreco dei paesi ricchi in campo energetico (e non solo) va ad intaccare i bisogni essenziali di quelli poveri.
Un statistica sul consumo energetico ci dice che: America del nord guida la classifica con un consumo di 8 ton di petrolio per abitante per anno, seguita da Europa con 4 ton, Italia 3.5 ton, Cina 1.2 ton, India 0.7 ed Africa 0.1.
Questo grave squilibrio è auspicabile non possa durare ancora per molto.
Se non vogliamo continuamente alimentare tensioni internazionali che spesso sfociano in veri conflitti per l’accaparrarsi delle limitate risorse energetiche, i paesi più evoluti, sfruttando le conoscenze tecnologiche di cui dispongono, devono iniziare a proporre un modello alternativo di sviluppo attraverso una convinta incentivazione del risparmio energetico e delle energie rinnovabili (solare termico, fotovoltaico, eolico, idroelettrico, impianti a biomassa, biogas, microcogenerazione, trigenerazione).
Mi sembra questo l’unico modello democraticamente sostenibile.

Risparmio energetico

Ne parlo per primo perché lo considero il più efficace, il più attuabile in tempi brevi, il più conveniente economicamente, quello in cui ognuno di noi può essere un soggetto attivo.
Un anno fa, nel riconvertire il mio impianto di riscaldamento a gasolio con una caldaia a legna abbinata al solare termico, ho avuto l’occasione di valutare l’efficienza energetica della mia casa tramite l’attestato di certificazione energetica, necessario per poter usufruire dei benefici fiscali del 55% sulle spese sostenute.
Con mia grande sorpresa, ho scoperto che la mia abitazione, che io consideravo sufficientemente efficiente essendo di vecchia costruzione con muri spessi e moderatamente fresca d’estate, con un consumo di 335 Kwh/m2 è classificata in classe G, ultimo gradino in una scala di efficienza energetica che inizia con la A+ (corrispondente ad un consumo inferiore ai 14 Kwh/m2).
Potete ben capire che, se in un edificio si può arrivare a consumare solo 14 KWh al metro quadro, quanto spazio al risparmio ci possa essere partendo da un dato di 335Kwh/m2.
Il calcolo dell’efficienza energetica fatto da ognuno di noi nelle nostre case potrebbe essere un primo approccio per prendere coscienza dei nostri consumi e dei nostri sprechi.
Si dovrà arrivare (come si fa per un’auto ed il cui consumo è una variabile spesso preponderante al momento del suo acquisto) a rapportare il valore di un’immobile anche alla sua efficienza energetica.
Bisogna rendersi conto che una presa di coscienza su questi temi e, quindi, un susseguente impegno a ridurre i nostri consumi, porterà un immediato beneficio per le nostre tasche ed al nostro pianeta.
Ognuno di noi in un momento di crisi come questo deve prendere coscienza dell’importanza dei propri gesti quotidiani che, sommati a quelli di tanti altri come noi, sono in grado di cambiare un modello di vita tendente non all’aumento del benessere ma ad una lenta ed inesorabile decadenza e che dovrà sempre più fare i conti con vere e proprie crisi di rigetto come quella che stiamo vivendo.
La sola sostituzione di tutte le lampadine tradizionali con quelle a basso consumo produrrebbe una sostanziale riduzione dei consumi elettrici.
Da una classe politica lungimirante ci si aspetterebbe un contributo per favorire queste sostituzioni e non un investimento plurimiliardario nel progetto nucleare.

Solare termico

Il solare termico è quello che si sta maggiormente diffondendo sul nostro territorio. Ha un costo sufficientemente contenuto che si ammortizza in un tempo molto breve (3 o 4 anni) e serve per produrre principalmente acqua calda sanitaria.
Quando c’è il sole, ha una resa sorprendente anche nelle stagioni intermedie e, credetemi, per chi come me l’ha installato, è una vera soddisfazione constatare giorno per giorno l’efficacia di questa scelta.

Impianti a biomassa

Per quanto riguarda gli impianti a biomassa per la produzione di energia elettrica e calore, io personalmente sono favorevole per due ragioni:
- come agricoltore, perché in un momento di crisi come questo può rappresentare una scelta di mercato per migliaia d’imprese agricole che ultimamente non sanno più per chi e per cosa devono produrre.
- come antinucleare, perché spero che le centrali a biomassa possano diventare una delle tante alternative per produrre energia in modo sostenibile, in quanto sono ad impatto zero (le piante assorbono durante la loro vita la stessa quantità di CO2 che emettono al momento della loro combustione).
Questi impianti, per essere maggiormente sostenibili economicamente, devono avere inoltre la possibilità di sfruttare il calore prodotto convogliandolo anche nelle nostre case attraverso il teleriscaldamento.
L’idea della nostra amministrazione di perseguire un progetto di questo tipo deve essere vista con interesse e fiducia, ben consapevoli però che, quando si interviene con soldi pubblici per interagire con un progetto privato, i benefici che ne scaturiranno dovranno essere ridistribuiti tra cittadini e privato in percentuale almeno uguale alle risorse immesse.
So benissimo che alcuni di voi sono tendenzialmente contrari agli impianti a biomassa e biogas (altro sistema di produzione di energia elettrica e calore) e credo che il comitato che andremo a costituire questa sera potrà essere un’occasione di confronto e di approfondimento anche su questo specifico argomento.

Fotovoltaico

Attraverso una fonte inesauribile come il sole, può essere sicura alternativa ed un’occasione personale per tutti noi per poter diventare autosufficienti dal punto di vista dei consumi elettrici.
A questo proposito voglio pubblicizzare il progetto lanciato dall’amministrazione comunale per l’installazione di pannelli fotovoltaici a costo zero su tutte le case di chi ne farà richiesta.
Credo che questa iniziativa debba essere seguita con grande interesse e partecipazione.

Idroelettrico

Il nostro territorio è interessato anche dalla recente riproposta di un vecchio progetto per rendere navigabile il fiume Po fino a Cremona attraverso la costruzione di cinque sbarramenti in grado di regimentare il livello del fiume. Come conseguenza, si prospetta la possibilità di sfruttare i salti di acqua al fine di produrre energia elettrica. In questi giorni quelli che sono sempre contrari ad ogni cambiamento e quelli che sono sempre pronti ad esaltare il nuovo si sono già espressi.
La prima cosa che ho pensato quando ho letto di questo progetto è stato che le sue finalità vere non fossero quelle messe in rilievo alla sua presentazione (navigabilità e produzione di energia elettrica) ma quella di regimentare il corso del fiume e quindi aumentarne la portata nei periodi di magra sempre più ricorrenti per avere la quantità di acqua necessaria al raffreddamento di una o più centrali costruite lungo il corso del Po. C’è chi dice che a pensar male spesso ci si indovina ma, siccome non voglio essere ideologico anche in questa circostanza, penso soltanto che dovranno essere attentamente valutate le ricadute che questo progetto potrà avere sul nostro territorio (per esempio un livello costantemente alto delle acque potrebbe avere un’influenza negativa sulle falde).

Eolico

Per quanto riguarda l’eolico, il nostro territorio, a detta degli esperti, non dispone di vento sufficiente da poter essere sfruttato. Nei luoghi dove è possibile farlo so che è stato spesso contrastato per il suo impatto sul paesaggio. Quando vedo queste grandi pale in movimento penso invece a quanta energia pulita producono e che questa deve essere considerata una priorità.

Microcogenerazione

La Microcogenerazione (produzione su piccola scala di energia elettrica e calore) e la Trigenerazione (produzione sempre su piccola scala di energia calore e di aria condizionata d’estate) sono impianti dotati di tecnologie ancora in via di sperimentazione, ma che potranno avere sviluppi molto interessanti se e quando l’industria deciderà di produrli su vasta scala e quindi anche a minor prezzo.


Detto questo, il mio no al nucleare è frutto di decenni di approfondimenti e dibattiti sul tema, una presa di coscienza dei rischi e delle conseguenze che una scelta nucleare comporta e quindi rinnego con forza che la mia sia una scelta ideologica, come spesso noi antinucleari siamo accusati di fare. Penso che la vera scelta ideologica sia quella di coloro che ancora hanno il coraggio di proporre soluzioni bocciate dal buon senso e dal tempo (negli Usa, che spesso vengono citati come modello da imitare per la loro avanguardia tecnologica, è dal 1976 che non si costruiscono più centrali nucleari ed ultimamente è stato varato un piano da 15 miliardi di dollari per incentivare le energie alternative).

Mi sento infine di lanciare un invito ai giovani, perché s’impegnino per diventare protagonisti del loro futuro, ed alle forze politiche presenti sul territorio comunale, perché ci diano un supporto costruttivo in questa nostra iniziativa, per arrivare insieme ad aumentare la coscienza civica dei nostri cittadini.


Comitato Anti Centrale Nucleare
e per le Energie Rinnovabili

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