giovedì 30 aprile 2009

ENEL: PROSPETTIVE E RISCHI DEGLI INVESTIMENTI IN ENERGIA NUCLEARE

Rapporto per Greenpeace Italia e Fondazione Culturale Responsabilità Etica

a cura di Steve Thomas, Professore di Politica Energetica, Università di Greenwich

Sintesi - Aprile 2009

http://www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/rapporti/enel-nucleare-sintesi.pdf

mercoledì 29 aprile 2009

VOLANTINO DA STAMPARE E DIFFONDERE

Perchè non appoggiare il nucleare. Titoli degli argomenti:

1. Nuove centrali, stessi rischi

2. Il nucleare conviene: vero o falso?

3. La vera energia pulita

vedi volantino: http://www.greenpeace.it/nucleare/GPvolantino%20nucleare%20A4.pdf

martedì 28 aprile 2009

"ENERGIA, ENI-ENEL INVESTANO IN POLONIA" DICE BERLUSCONI

Energia, Eni-Enel investano in Polonia - Berlusconi

martedì 28 aprile 2009 19:29

VARSAVIA, 28 aprile (Reuters) - Eni ed Enel investano in Polonia. L'auspicio è arrivato oggi dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a Varsavia per il primo vertice intergovernativo fra i due Paesi.
"E' assolutamente interessante che Eni ed Enel inizino una collaborazione con aziende polacche. Mi sono riproposto di parlarne con i responsabili quanto prima", ha detto Berlusconi in conferenza stampa insieme con il primo ministro polacco Donald Tusk.

Nell'evidenziare le similitudine fra Italia e Polonia, Berlusconi ha detto: "Abbiamo parlato di problemi energetici che sono simili nei due Paesi. Dobbiamo tutti e due avviarci verso il nucleare e differenziare le forniture di energia", ha aggiunto Berlusconi.

martedì 21 aprile 2009

INTERVENTO DEL COMITATO AL CONSIGLIO COMUNALE APERTO

A nome del Comitato Antinucleare

rivolgo a tutto il Consiglio Comunale un ringraziamento per l’efficace intesa nella stesura del documento che intende respingere la minaccia di costruire una centrale nucleare sul nostro territorio. Questo accordo va maggiormente apprezzato poiché rispetta la volontà dei cittadini di San Benedetto Po, già categoricamente espressa con il referendum del 10 Marzo 1985, nel quale il 90% disse ‘NO’ al nucleare.

Siamo fermamente convinti che l’approvazione di tale documento non debba essere un punto d’arrivo ma, al contrario, l’inizio di una serie di proposte e azioni capaci di contrastare in modo efficace l’ipotesi di un insediamento nucleare sul nostro territorio.

Il primo obiettivo è di creare un fronte collettivo del ‘NO’, aggregando e coinvolgendo la maggior parte dei comuni vicini; in seguito anche la Provincia dovrà essere stimolata ad appoggiare il nostro fronte con atti concreti.

Il Comitato anti-nucleare, da poco ricostituito ma già molto numeroso, offre piena collaborazione per concretizzare iniziative che coinvolgano tutti i cittadini e spera allo stesso tempo che l’Amministrazione consolidi con il suo supporto e la sua presenza le azioni avanzate dal Comitato. E’ fondamentale inoltre che l’assemblea dia ampio mandato al sindaco affinché possa manifestare in ogni occasione le ragioni del nostro ‘NO’.

Condanniamo la manipolazione ideologica messa in atto da chi organizza convegni propagandistici dal titolo ‘ATOMO O CANDELA’, il cui obiettivo è instillare l’idea che l’unica alternativa al nucleare sia un inesorabile ritorno al passato. Questo è un messaggio demagogico che cela l’assoluta mancanza di argomenti in favore del nucleare.

La nostra battaglia contro le centrali nucleari è una battaglia di razionalità perchè dopo tanti anni di approfondimenti siamo oggi più che mai in grado di fornire un elenco di solide e ragionevoli argomentazioni contro la costruzione di nuove centrali nucleari:

1) Non sono necessarie e non sono una fonte di energia abbondante
In Italia non abbiamo bisogno di nuove fonti di produzione di energia elettrica avendo già una capacità produttiva quasi doppia al nostro fabbisogno interno. Le centrali nucleari vengono sempre associate al concetto di energia elettrica abbondante, mentre le 440 centrali nucleari attive nel mondo coprono solamente il 15% del fabbisogno elettrico mondiale, che a sua volta rappresenta solo il 20% del fabbisogno energetico complessivo. Mettendo insieme i due dati si scopre che l’energia nucleare serve a soddisfare un misero 3% del fabbisogno energetico globale. Negli ultimi anni gli impianti a energia eolica da soli hanno effettuato il sorpasso sul nucleare e su di essi si sta puntando in molte parti d’Europa e del mondo.

2) Non sono economicamente profittevoli
Negli Stati Uniti, a partire dal 1978 non sono più state costruite nuove centrali nucleari, a causa degli ingenti costi legati alla tecnologia del nucleare, la decuplicazione del prezzo dell’uranio, i parametri di sicurezza e affidabilità elevatissimi, l’annoso e costosissima problema delle scorie, etc.

3) Sono nocive, anche in condizioni di normale funzionamento
• Durante il normale funzionamento emettono bassa radioattività, la cui esposizione continua risulta gravemente nociva e cancerogena.
• I piccoli incidenti vengono spesso minimizzati o addirittura taciuti, in base al principio del rischio ‘accettabile’. Ci domandiamo, accettabile per chi? Di certo per loro, nient’affatto per noi.
• La maggior parte degli esperti sottolinea la bassissima probabilità che possano verificarsi incidenti gravi. Nessuno tuttavia, e sottolineo nessuno, è in grado di escludere categoricamente tali disastri di cui tutti noi conosciamo le conseguenze catastrofiche.

4) Non esiste soluzione sicura per lo smaltimento delle scorie tossiche
Non possiamo dimenticare che non si è ancora trovata una soluzione credibile e definitiva al problema delle scorie. Qualsiasi soluzione finora ideata è cronicamente insicura e pericolosa. Del resto, come si può pensare di trovare una soluzione permanente a un problema che avrà ricadute negative per decine di migliaia di anni?

Il Comitato crede che questi argomenti provino l’assoluta infondatezza della soluzione nucleare in riposta alla sfida energetica del nuovo millennio.

Tale considerazione aveva già un valore 30 anni fa quando iniziammo la nostra lotta al nucleare e assume oggi un valore molto maggiore. Oggi infatti il nucleare viene screditato da alternative tecnicamente praticabili, economicamente convenienti e sopratutto pulite che si stanno affermando con grande forza.

Questa deve essere l’unica vera sfida: un progetto che veda coinvolti tutti i cittadini che devono essere informati e consapevoli dell’importanza dei propri gesti quotidiani per progettare un futuro veramente sostenibile basato sulle fonti rinnovabili insieme con la riduzione degli sprechi e continui sforzi di miglioramento in termini di efficienza.

Trenta anni fa lottammo come Don Chisciotte contro i mulini a vento e quella sfida fu vinta. Ora è il momento di coalizzarsi ancora e questa volta lottare tutti insieme per i mulini a vento.


Comitato Anti Centrale Nucleare
e per le Energie Rinnovabili

RESOCONTO DEL CONSIGLIO COMUNALE APERTO DEL 21/04/2009

Marco Gavazzi (sindaco):
Quella di stasera è una tematica di grande rilievo da condividere con la popolazione. Non ci hanno ancora dato nessuna comunicazione riguardo all’essere sito, ma ci sono segnali di ripresa delle idee un tempo accantonate e noi siamo sempre un sito papabile perché vicini al Po.

Valerio Scalvinoni (capogruppo della minoranza):
La preoccupazione forte e condivisa del fatto che San Benedetto Po sia scelto come sito ha portato minoranza e maggioranza ad incontrarsi, ad indire questo consiglio comunale aperto e a stendere un documento che tiene conto di vari aspetti storici, culturali ed economici. Il documento rappresenta il punto di arrivo di una discussione a livello amministrativo, ma deve essere il punto di partenza per un dibattito col pubblico ed un impegno successivo.

Dante Rossetti (consigliere di maggioranza):
Non vogliamo la centrale perché lavoriamo su qualcosa di alternativo (non poniamo un no pregiudiziale). Dobbiamo impegnarci nel nostro piccolo per il risparmio energetico e le energie rinnovabili.

Marco Mossini (uno dei fondatori del Comitato Anti Centrale Nucleare e per le Energie Rinnovabili):
Lettura dell’intervento preparato a nome del Comitato.

Marzia Bottazzi (portavoce del PD di San Benedetto Po):
Maggioranza e opposizione stanno dicendo no al nucleare. Dopo l’informazione fornitaci da Marco Carra a settembre, abbiamo condiviso col sindaco le nostre preoccupazioni e messo in moto una reazione. Diciamo no al nucleare perché costoso, obsoleto e fuori dal tempo e no al metodo con cui il governo si propone di bypassare le realtà locali. Sosteniamo il Comitato Antinucleare e chiediamo all’amministrazione di lavorare in sintonia, anche a livelli più alti (provincia, regione). Carra ci ha confermato oggi che il senato sta discutendo del nucleare e ci terrà informati. Tema centrale anche per noi sono senz’altro le energie rinnovabili (come per tutti gli altri circoli del PD). I progetti vanno però discussi con i cittadini prima di passare alle fasi di attuazione successive.

Odilio Madini (uno dei fondatori del Comitato Anti Centrale Nucleare e per le Energie Rinnovabili):
Chiede lettura del documento preparato da maggioranza e minoranza.

Marco Gavazzi (sindaco):
Dà lettura del documento.

Oscar Piva (cittadino e collaboratore con la stampa per San Benedetto Po):
Chiede copia del documento per la stampa.

Daniele Benfatti (portavoce del PD di Pegognaga):
Fondamentale il discorso del sovra-comunale. San Benedetto può e deve fare da traino. Critica alla puntata televisiva di Vespa alla quale sono intervenute 5 persone a favore e 1 contro il nucleare. Lode invece alla puntata di Report del 29 marzo 2009. Critica al ricorso alla militarizzazione del governo ed alla non consultazione delle realtà locali. Necessità di coinvolgere senz’altro la regione Lombardia e fare informazione ad ampio raggio su tutto il territorio.

Paolo Scardovelli (cittadino):
Dobbiamo affrontare un interlocutore non ragionevole, che pur ammettendo la sconvenienza (economica, ecologica) delle centrali nucleari, vuole farle lo stesso. Dobbiamo convincere i politici che è una scelta non conveniente politicamente. Tutto San Benedetto alla prossime elezioni europee dovrebbe votare scheda bianca con su scritto “Nucleare: no grazie”.

Fabrizio Zavattini (consigliere di maggioranza):
Il nostro deve essere un no propositivo, sostenendo novità ed innovazioni con fermezza e con coraggio, abbandonando la produzione centralizzata dell’energia in favore della micro cogenerazione. La Germania è molto più avanti di noi nei pannelli fotovoltaici. Le energie rinnovabili possono creare anche da noi nuove possibilità e risvolti economici positivi.

Marco Gavazzi (sindaco):
Tutti abbiamo perso un treno non promuovendo subito alternative dopo aver ottenuto negli anni ‘80 il no al nucleare. Guardiamo anche all’America di Obama che più di noi punta sulle energie rinnovabili. Ci vorrebbe anche il coraggio di dire a Colaninno che non siamo d’accordo con lui.

Valerio Scalvinoni (capogruppo della minoranza):
Con la votazione del documento, il nostro consiglio comunale sta facendo un passo politicamente importante. Non solo contrarietà all’installazione della centrale, ma la proposta di un modello culturale alternativo di produrre energia da applicare nel modo più significativo possibile.
Chiediamo al sindaco di informare costantemente il consiglio ed i cittadini su ogni evoluzione e di farsi portavoce ai livelli amministrativi più alti.


Votazione del consiglio: documento approvato all’unanimità.

venerdì 17 aprile 2009

VERBALE DELL'INCONTRO E GRUPPI DI LAVORO

Dopo un accenno all’incontro di ieri sera a Viadana ed alla comunicazione che martedì 21/4/09 si terrà il consiglio comunale aperto sulla questione nucleare, segnaliamo alcuni interventi.

Righetti Ottorino: verso cosa punta il comitato? Il progetto delle centrali: a che punto sono?

Scalvinoni Valerio propone alcuni gruppi di lavoro costituiti dalle persone disponibili.

Spinardi Ennio (per il comune) specifica che in comune non e’ arrivata nessuna comunicazione.

Righetti Ottorino: se si facesse oggi un referendum, la maggior parte della gente sarebbe favorevole; allora occorre demotivarla citando la questione denaro, ovvero sarebbe un impatto ambientale molto pesante in caso di incidente; il patrimonio immobiliare perderebbe di valore in un territorio dove c’è una centrale.

Minelli Sergio: occorre rendere l’aria pulita.
La centrale è nociva anche se funziona bene perché l’aria è già inquinata;
un altro sensore è l’aumento delle malattie relative all’apparato respiratorio.
Spingere la politica ad aderire a una scelta non nucleare a favore delle energie rinnovabili;
far leva sui cittadini anche su questioni affettivo-sociali: quali turisti sarebbero attirati nel nostro paese se esiste il pericolo atomico?


Gruppi di Lavoro:

Rapporto con Istituzioni:
Mossini Marco, Bonora Luciana, Scalvinoni Valerio, Piva Paolo, Lucchini Lorenzo.

Informazione e Propaganda:
Mossini Elena, Braghiroli Marco, Paolini Domenico, Colombo Giampietro, Carra Achille, Bernardelli Alberto, Mai Lorenzo, Calciolari Sara, Bolzani Michele, Mossini Riccardo, Bonfà Nicola, Prandi Yari, Scardovelli Silvia, Bulgarelli Rodolfo (Moglia).

Tesoreria:
Bonora Luciana, Vanini Alberta.


Proposte:
Creazione di un Blog (gruppo giovani).
Fare un incontro informativo con scuola di agricoltura con dott. Beghini Silvio, ricercatore presso Università di Fisica Nucleare di Padova (8 o 15 Maggio).
un incontro con Agenzia per la gestione intelligente delle risorse energetiche di Mantova.
Presa visione volantino del comune per agevolare installazioni di pannelli fotovoltaici.
Prossimo incontro (se possibile non di venerdì): impegno di portare un aderente in più.


Prossimi appuntamenti:

Lunedì 20 aprile '09, ore 21.00, in oratorio:
preparazione interventi al consiglio comunale aperto.

Martedì 21 aprile '09, ore 21.00, sala consigliare:
partecipazione al consiglio comunale aperto.

venerdì 3 aprile 2009

INTERVENTO SULLE ENERGIE RINNOVABILI

Da quando in Italia è stata liberalizzata la produzione di energia elettrica, la nostra capacità produttiva è sempre più aumentata fino a raggiungere la soglia dei 90.000 Megawatt, di fronte ad una domanda di consumi che oscilla tra i 40 e i 50.000 Megawatt, ossia più o meno la metà dell’offerta.
Tutta questa capacità produttiva non può che portare a proporre un modello di sviluppo basato su un continuo aumento dei consumi senza tener conto dei problemi ambientali che questo comporta.
In un mondo dalle risorse limitate, inoltre, lo spreco dei paesi ricchi in campo energetico (e non solo) va ad intaccare i bisogni essenziali di quelli poveri.
Un statistica sul consumo energetico ci dice che: America del nord guida la classifica con un consumo di 8 ton di petrolio per abitante per anno, seguita da Europa con 4 ton, Italia 3.5 ton, Cina 1.2 ton, India 0.7 ed Africa 0.1.
Questo grave squilibrio è auspicabile non possa durare ancora per molto.
Se non vogliamo continuamente alimentare tensioni internazionali che spesso sfociano in veri conflitti per l’accaparrarsi delle limitate risorse energetiche, i paesi più evoluti, sfruttando le conoscenze tecnologiche di cui dispongono, devono iniziare a proporre un modello alternativo di sviluppo attraverso una convinta incentivazione del risparmio energetico e delle energie rinnovabili (solare termico, fotovoltaico, eolico, idroelettrico, impianti a biomassa, biogas, microcogenerazione, trigenerazione).
Mi sembra questo l’unico modello democraticamente sostenibile.

Risparmio energetico

Ne parlo per primo perché lo considero il più efficace, il più attuabile in tempi brevi, il più conveniente economicamente, quello in cui ognuno di noi può essere un soggetto attivo.
Un anno fa, nel riconvertire il mio impianto di riscaldamento a gasolio con una caldaia a legna abbinata al solare termico, ho avuto l’occasione di valutare l’efficienza energetica della mia casa tramite l’attestato di certificazione energetica, necessario per poter usufruire dei benefici fiscali del 55% sulle spese sostenute.
Con mia grande sorpresa, ho scoperto che la mia abitazione, che io consideravo sufficientemente efficiente essendo di vecchia costruzione con muri spessi e moderatamente fresca d’estate, con un consumo di 335 Kwh/m2 è classificata in classe G, ultimo gradino in una scala di efficienza energetica che inizia con la A+ (corrispondente ad un consumo inferiore ai 14 Kwh/m2).
Potete ben capire che, se in un edificio si può arrivare a consumare solo 14 KWh al metro quadro, quanto spazio al risparmio ci possa essere partendo da un dato di 335Kwh/m2.
Il calcolo dell’efficienza energetica fatto da ognuno di noi nelle nostre case potrebbe essere un primo approccio per prendere coscienza dei nostri consumi e dei nostri sprechi.
Si dovrà arrivare (come si fa per un’auto ed il cui consumo è una variabile spesso preponderante al momento del suo acquisto) a rapportare il valore di un’immobile anche alla sua efficienza energetica.
Bisogna rendersi conto che una presa di coscienza su questi temi e, quindi, un susseguente impegno a ridurre i nostri consumi, porterà un immediato beneficio per le nostre tasche ed al nostro pianeta.
Ognuno di noi in un momento di crisi come questo deve prendere coscienza dell’importanza dei propri gesti quotidiani che, sommati a quelli di tanti altri come noi, sono in grado di cambiare un modello di vita tendente non all’aumento del benessere ma ad una lenta ed inesorabile decadenza e che dovrà sempre più fare i conti con vere e proprie crisi di rigetto come quella che stiamo vivendo.
La sola sostituzione di tutte le lampadine tradizionali con quelle a basso consumo produrrebbe una sostanziale riduzione dei consumi elettrici.
Da una classe politica lungimirante ci si aspetterebbe un contributo per favorire queste sostituzioni e non un investimento plurimiliardario nel progetto nucleare.

Solare termico

Il solare termico è quello che si sta maggiormente diffondendo sul nostro territorio. Ha un costo sufficientemente contenuto che si ammortizza in un tempo molto breve (3 o 4 anni) e serve per produrre principalmente acqua calda sanitaria.
Quando c’è il sole, ha una resa sorprendente anche nelle stagioni intermedie e, credetemi, per chi come me l’ha installato, è una vera soddisfazione constatare giorno per giorno l’efficacia di questa scelta.

Impianti a biomassa

Per quanto riguarda gli impianti a biomassa per la produzione di energia elettrica e calore, io personalmente sono favorevole per due ragioni:
- come agricoltore, perché in un momento di crisi come questo può rappresentare una scelta di mercato per migliaia d’imprese agricole che ultimamente non sanno più per chi e per cosa devono produrre.
- come antinucleare, perché spero che le centrali a biomassa possano diventare una delle tante alternative per produrre energia in modo sostenibile, in quanto sono ad impatto zero (le piante assorbono durante la loro vita la stessa quantità di CO2 che emettono al momento della loro combustione).
Questi impianti, per essere maggiormente sostenibili economicamente, devono avere inoltre la possibilità di sfruttare il calore prodotto convogliandolo anche nelle nostre case attraverso il teleriscaldamento.
L’idea della nostra amministrazione di perseguire un progetto di questo tipo deve essere vista con interesse e fiducia, ben consapevoli però che, quando si interviene con soldi pubblici per interagire con un progetto privato, i benefici che ne scaturiranno dovranno essere ridistribuiti tra cittadini e privato in percentuale almeno uguale alle risorse immesse.
So benissimo che alcuni di voi sono tendenzialmente contrari agli impianti a biomassa e biogas (altro sistema di produzione di energia elettrica e calore) e credo che il comitato che andremo a costituire questa sera potrà essere un’occasione di confronto e di approfondimento anche su questo specifico argomento.

Fotovoltaico

Attraverso una fonte inesauribile come il sole, può essere sicura alternativa ed un’occasione personale per tutti noi per poter diventare autosufficienti dal punto di vista dei consumi elettrici.
A questo proposito voglio pubblicizzare il progetto lanciato dall’amministrazione comunale per l’installazione di pannelli fotovoltaici a costo zero su tutte le case di chi ne farà richiesta.
Credo che questa iniziativa debba essere seguita con grande interesse e partecipazione.

Idroelettrico

Il nostro territorio è interessato anche dalla recente riproposta di un vecchio progetto per rendere navigabile il fiume Po fino a Cremona attraverso la costruzione di cinque sbarramenti in grado di regimentare il livello del fiume. Come conseguenza, si prospetta la possibilità di sfruttare i salti di acqua al fine di produrre energia elettrica. In questi giorni quelli che sono sempre contrari ad ogni cambiamento e quelli che sono sempre pronti ad esaltare il nuovo si sono già espressi.
La prima cosa che ho pensato quando ho letto di questo progetto è stato che le sue finalità vere non fossero quelle messe in rilievo alla sua presentazione (navigabilità e produzione di energia elettrica) ma quella di regimentare il corso del fiume e quindi aumentarne la portata nei periodi di magra sempre più ricorrenti per avere la quantità di acqua necessaria al raffreddamento di una o più centrali costruite lungo il corso del Po. C’è chi dice che a pensar male spesso ci si indovina ma, siccome non voglio essere ideologico anche in questa circostanza, penso soltanto che dovranno essere attentamente valutate le ricadute che questo progetto potrà avere sul nostro territorio (per esempio un livello costantemente alto delle acque potrebbe avere un’influenza negativa sulle falde).

Eolico

Per quanto riguarda l’eolico, il nostro territorio, a detta degli esperti, non dispone di vento sufficiente da poter essere sfruttato. Nei luoghi dove è possibile farlo so che è stato spesso contrastato per il suo impatto sul paesaggio. Quando vedo queste grandi pale in movimento penso invece a quanta energia pulita producono e che questa deve essere considerata una priorità.

Microcogenerazione

La Microcogenerazione (produzione su piccola scala di energia elettrica e calore) e la Trigenerazione (produzione sempre su piccola scala di energia calore e di aria condizionata d’estate) sono impianti dotati di tecnologie ancora in via di sperimentazione, ma che potranno avere sviluppi molto interessanti se e quando l’industria deciderà di produrli su vasta scala e quindi anche a minor prezzo.


Detto questo, il mio no al nucleare è frutto di decenni di approfondimenti e dibattiti sul tema, una presa di coscienza dei rischi e delle conseguenze che una scelta nucleare comporta e quindi rinnego con forza che la mia sia una scelta ideologica, come spesso noi antinucleari siamo accusati di fare. Penso che la vera scelta ideologica sia quella di coloro che ancora hanno il coraggio di proporre soluzioni bocciate dal buon senso e dal tempo (negli Usa, che spesso vengono citati come modello da imitare per la loro avanguardia tecnologica, è dal 1976 che non si costruiscono più centrali nucleari ed ultimamente è stato varato un piano da 15 miliardi di dollari per incentivare le energie alternative).

Mi sento infine di lanciare un invito ai giovani, perché s’impegnino per diventare protagonisti del loro futuro, ed alle forze politiche presenti sul territorio comunale, perché ci diano un supporto costruttivo in questa nostra iniziativa, per arrivare insieme ad aumentare la coscienza civica dei nostri cittadini.


Comitato Anti Centrale Nucleare
e per le Energie Rinnovabili

COSTITUZIONE DEL COMITATO

Oggi 3 aprile 2009 si è tenuta l’assemblea per costituire un comitato anti centrale nucleare a San Benedetto Po.

Le sue finalità sono:

- organizzare cicli d’incontri formativi sui temi scottanti e controversi riguardanti il nucleare civile e coordinarci con i comitati vicini;
- essere prima di stimolo e poi di supporto all’Amministrazione ed al consiglio comunale perché si facciano portavoce a livello istituzionale superiore delle aspettative e rivendicazioni della nostra popolazione ed esercitino pressione sugli organi cui spetta la decisione finale.

Il comitato si è costituito con l'adesione e firma di n. 85 persone